The Filth: istruzioni per l’uso

Pubblicato il: 16/10/2006 — Tematiche: fumetto,grafica,personaggi,recensioni

La scorsa settimana ho ricevuto, insieme ad altri libri, anche la raccolta brossurata in volume unico della serie “The Filth” di Grant Morrison, Chris Weston e Gary Erskine per la DC/Vertigo.

Non ho intenzione di fare una recensione per vari motivi, uno dei quali è che sono stato il traduttore in italiano dei 13 albi per la Magic Press e ho già contribuito con alcune note e dettagli sull’opera.

The FilthVoglio invece evidenziare come nella versione raccolta il fumetto sia introdotto non da una prefazione di questo o quel personaggio noto e tantomeno da retroscena di autori o curatori. Ci sono invece tre pagine intitolate “Patient Product Information” che scimmiottano delle (finte) istruzioni per l’uso dei medicinali, quelle dette in gergo dei bugiardini.

Le pagine, un elenco di consigli, indicazioni e controindicazioni alla lettura di “The Filth”, sono in perfetta armonia tematica e grafica con le seguenti trecento pagine di fumetto e anche con la quarta di copertina. Ancora più rilevante (e secondo me palese) è che si tratta un modo ironico in cui lo scrittore ed ideatore, Grant Morrison, ha voluto rispondere a chi tra lettori e recensori ha bollato la serie con un “non si capisce niente!”

Graficamente ricercate come le copertine della serie (realizzate dallo studio Segura) questa pagine sono un esempio di metatestualità che si aprono con

“Warning! Be Careful!”

servono ad esternare le tematiche ed il pubblico a cui Morrison si rivolge con The Filth

“all manner of disorders including Internet pronography addiction, insomnia, grief, ‘mid-life’ crisis, schizophrenia, the ignorance of samsara and the 21-st century blues”

ma sopratutto per sottolineare che

“The Filth contains the active ingredient metaphor

Ergo: si consiglia vivamente l’astensione dalla lettura a chi difetta di sentimenti, immaginazione e di ironia. ;-)

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RSS e Atom (recensione)

Pubblicato il: 09/10/2006 — Tematiche: feed,informatica,recensioni

“RSS e Atom – Convergenza e distribuzione dell’informazione”
di Leslie M. Orchard – Apogeo – 576 pp brossurate – lingua: italiano

RSS e Atom - Apogeo
Il manuale è la traduzione in italiano di “Hacking RSS and Atom”: si tratta di un corposo testo che affronta con notevole competenza gli usi dei feed in una duplice ottica pratica.

Il libro fornisce infatti sia una lunga e dettagliata guida all’uso e creazione di strumenti per fruire (aggregatori e client email, Instant Messaging, palmari, pda e iPod) che coordinate e metodologie per produrre o convertire dati in feed. Molto è lo spazio quindi per la lettura e acquisizione di feed e podcast ma anche per il filtraggio, conversione, salvataggio, ripubblicazione, aggregazione di Rss e Atom tramite tutorial e stesura di script ad hoc in Python.

Hacking RSSE’ forse proprio quest’ultimo l’unico vero grande punto debole del testo, tralaltro amplificato dalla scelta di un titolo italiano un po’ troppo generico.

Il testo originale infatti si intitola “Hacking RSS and Atom” e quell’hacking, assente nella versione italiana della Apogeo rappresenta un avviso su quale sia la chiave di volta del testo di Orchard: la manipolazione via script in Python praticamente di ogni aspetto possibile ed immaginabile -da bravo hackerdei feed e dei software e sistemi per gestirli (tra cui il già lodato software Plucker per Palm). Questo avviene con numerosi progetti guidati che contengono tanta inventiva e bravura ma richiedeno da parte del lettore predisposizione e tanta attenzione e passione: sconsiglio quindi lettura e acquisto di “RSS e Atom” a chi è alla ricerca di una trattazione sempre tecnica ma più di base o per meglio dire meno da smanettone.

Chiarito questo non posso che consigliare il libro a chi ha basi (e animo) da programmatore e ripeto che, per quanto ho potuto vedere, il manuale è ben scritto ed è stimolante con una traduzione italiana puntuale e competente che sembra trasmettere anche lo spirito e l’ironia geek dell’originale.

Piccola storia della musica digitale

Pubblicato il: 26/09/2006 — Tematiche: collaborazioni,informatica,personaggi,recensioni,segnalazioni

napster is deadTroppo spesso su riviste, siti e blog si parla di servizi e nomi quali Napster, di formati come l’Mp3, AAC e WMA o di DRM e tecnologie di protezione e gestione dei diritti senza che venga fornita una prospettiva storica adeguata entro cui inquadrarli e contestualizzarli.
Con l’uscita della quarta parte di “Musica digitale per tutti, o quasi” su MusicBlob.it si conclude il mio tentativo di fornire un quadro di alcuni eventi che hanno lasciato il segno e trend ricorrenti nel settore della musica su Internet.

Per chi non avesse seguito la pubblicazione, le varie parti, elaborate in luglio e agosto e poi finalmente durante tutto il mese di settembre, sono state:

1) “Tutti online”
Musica digitale, mercato, formati e tecnologie di protezione. Ecco un quadro con i protagonisti principali, le loro posizioni e le armi nel contendersi i favori del pubblico.

2) “Gli schieramenti”
Continua il quadro su musica digitale e tecnologie di protezione: vediamo i formati e le scelte di campo dei principali attori sul mercato.

3) “Le protezioni”
Dopo i formati e le aziende che li usano esploriamo le pratiche in atto per la “protezione” degli interessi delle etichette. A tutti i costi.

4) “Addio al CD?”
Dai file ai CD: la strada per applicare i paletti del DRM anche ai supporti (digitali) Compact Disc è purtroppo breve.

Aggiungo anche un paio di note sulla genesi dei pezzi.
Gli articoli sono riconducibili alla lontana ad un pezzo scritto lo scorso anno per Total Computer e ne condividono lo sforzo di volgarizzare e schematizzare gli eventi ma in realtà quanto scritto è una sorta di memoria storica frutto delle esperienze fatte con Nicola “Dj Batman” Battista, che mi ha assistito controllando i fatti e fornendo preziosi dettagli durante la stesura.
Nella seconda metà degli anni ’90 il mio omonimo si è lanciato un’impresa di distribuzione di musica online, un’iniziativa coraggiosamente e cocciutamente pionieristica (sopratutto se si considera che parte dall’Italia) in cui sono stato coinvolto a più riprese sia come socio che come artista distribuito (ma questa è un’altra storia).
Questi quattro articoli e gli altri che appaiono su MusicBlob sono quindi anche un modo per lasciare traccia dell’avvicendamento rapido di nomi, proposte, formati e idee che si sono affastellati negli ultimi anni e a cui abbiamo assistito sia dall’esterno che dall’interno, in balia del panorama ancora incerto e in fieri della musica digitale.

Defensive Design (recensione)

Pubblicato il: 21/09/2006 — Tematiche: design,informatica,recensioni,Web 2.0

Defensive Design per il Web (Come migliorare messaggi di errore, help, form e altri punti critici di un sito)
di Matthew Lindermann (37 Signals) e Jason Fried – Hops/Tecniche Nuove – 246 pp – 2004 – brossurato – lingua: italiano

Defensive Design for the Web: How to improve error messages, help, forms, and other crisis points (Voices That Matter)Il libro è la traduzione in italiano dell’omonimo testo inglese scritto qualche anno fa da uno dei fondatori dello studio 37 Signals, diventato negli ultimi anni uno dei punti di riferimento per il cosidetto “Web 2.0”. Sono i creatori di ottimi strumenti di organizzazione e collaborazione online come Tadalista e Backpack ma anche del fondamentale framework Ruby On Rails alla base di molte delle WebApps.

Il libro è un manuale con molte schermate che si inserisce nel filone delle guide pratiche (le “Best Practices”) di usabilità e di accessibilità. Tanti esempi, linguaggio comprensibile, spiegazioni efficaci del perché effettuare precise scelte o modifiche al sito web (prevalentemente aziendale).
Per chi crea e cura siti web da parecchi anni (Flashisti esclusi) ed è già attento alle questioni di usabilità e di architettura dell’informazione può risultare una lettura molto rapida e quasi un ripasso. E’ invece consigliato a chi si avvicina al settore (dirigenti, marketing, responsabili delle relazioni col pubblico, controllo di qualità) e vuole capire e migliorare l’efficacia del proprio sito e della comunicazione con gli utenti. Per queste figure ed esigenze “Defensive Design” è sicuramente una buona lettura ed un buon investimento, presumo un po’ più digeribile degli ottimi ma ben più densi e verbosi lavori della Postai o di Visciola.

Crypto (recensione)

Pubblicato il: 18/09/2006 — Tematiche: informatica,personaggi,recensioni

“Crypto – How The Code Rebels Beat The Government – Saving Privacy In
The Digital Age”

di Steven Levy – Penguin – 355 pp. paperback – lingua: inglese

Qualche giorno fa ho nominato Levy in un’altra recensione. L’apporto di questo giornalista al narrare e spiegare vicende cardine della storia dell’informatica (e probabilmente della società moderna) era già notevole con “Hackers”. Lo scorso anno la stima e la considerazione si è rafforzata dopo aver letto “Insanely Great” e ho voluto leggere “Crypto”, la sua cronistoria della rivoluzione crittografica indipendente.

Crypto: How the Code Rebels Beat the Government Saving Privacy in the Digital AgeLa cura dell’opera è sempre notevole e la prosa rimane eccellente e accattivante fino alla fine (e lo dico con un pizzico di invidia professionale), ma “Crypto” risulta meno riuscito e coeso degli altri due testi. Detto questo è comunque un libro che consiglio sia per il quadro complessivo che i moltissimi preziosi particolari che fornisce sulla lotta per “liberare” la crittografia dalle torri delle agenzie segrete governative. Levy si sofferma sui personaggi chiave e li mostra spesso con candidezza (ad esempio Diffie e Zimmermann e parla senza remore delle tormentate relazioni dei ricercatori e imprenditori con governo ed organizzazioni, delle vicissitudini e liti nello sfruttamento commerciale e -degno di plauso- verso la fine del libro compie anche uno sforzo di allontanarsi da una visione esclusivamente USA-centrica degli avanzamenti nel settore in una ricostruzione amara quanto vera.

Una versione di questo testo è apparsa originariamente sul newsgroup it.comp.retrocomputing

Dealers Of Lightning (recensione)

Pubblicato il: 06/09/2006 — Tematiche: Apple,del.icio.us,informatica,personaggi,recensioni,retrocomputing

“Dealers Of Lightning – Xerox PARC and the dawn of the computer page”
di Michael A. Hiltik – Harper Business – 448 pp. paperback – lingua: inglese

Una minuziosa e avvincente cronistoria dei primi anni, quelli cruciali per la Silicon Valley e per la storia dell’informatica, del centro di ricerca californiano della Xerox.

Dealers of Lightning: Xerox Parc and the Dawn of the Computer AgeE’ un lavoro fenomenale dal punto di vista giornalistico e storico essendo quasi tutto frutto di fonti di prima mano (interviste e conversazioni) tant’è che sono segnalati i pochi punti in cui si è affidato a altri saggi. Per far capire quanto sia dettagliato e minuzioso l’autore ha inserito una sorta di “dramatis personae” dei ricercatori e dirigenti trattati a inizio libro e alla fine ne ha messo un’altra, aggiornata con il “dove sono e cosa fanno ora”.

Il libro è avvincente, godibile e stimolante, direi allo stesso livello di “Hackers” di Levy, con cui si integra molto bene, raccontando e esaurendo molte questioni sospese e leggende urbane. “Dealers Of Lightning” dirada infatti la foschia del “sentito dire” su vicende cruciali per l’informatica come Charles Simonyi alla Microsoft e la nascita di Word, la relazione tra Apple e Xerox sull’interfaccia grafica, Bob Metcalfe, ethernet e la nascita del TCP/IP.

Cosa dire se non: consigliatissimo.

Aggiungo che nei giorni successivi alla lettura ho fatto qualche ricerca in rete e su del.icio.us chi volesse approfondire troverà qualche pagina correlata

Una versione di questo testo è apparsa originariamente sul newsgroup it.comp.retrocomputing

So. How bad was the fire?

Pubblicato il: 30/01/2005 — Tematiche: english,eventi,grafica,immagini,recensioni,segnalazioni,video

Take some horrifying but hypnotic NASA footage with a crash test of a plane full of dummies, add the widespread availability of digital video editing and scoring tools, mix with an ambitious and ironic graphic design agency and what you get is the Crash Ballet contest.
This is Coudal and Partners, after all, the guys who invented and made popular “Photoshop Tennis”, a postmodern game played between graphic manipulation jocks who take rounds at visual fighting by layering images and ideas one on another.
Keith Watson entry With the Crash Ballet contest they just upped the stakes and took manipulation to the next level, that of audio/video remix productions. Here's some video: add some music and make your own cut. What's notable is not only that the underlying idea is good, but that the contest entries are also nice, little gems, presenting a wide array of styles and approach, and some neat movie editing and scoring techniques.
One of the most noteworthy is the winner, Ethan Mitchell, whose audio track has been cleverly put to use pairing the soundtrack's lurching and staccato (a remix of Interpol's Untitled) to a slow motion effect of the original video material in a painful dissection of what happened that ends with the apt sample “So. How bad was the fire?”.
Also very good, if not even better in its concise and direct approach, is the raw and crude result of runner-up Keith Watson who adopts a very short hardcore (the metal kind, not the techno/dance one) track, SOD's “F**k the Middle East”, and emulates successfully the feel of some actual metal/trash videos of the past (Anthrax come to mind, who are closely related to SOD, by the way) substituting car hits, crashes and explosions with the damage sustained by the plane and the dummies in the inside. There's nice stuff also among the further entries like Alex Taylor's, a Seventies' hard rock cum keyboards audio track which expresses nicely the fury of the featured video sequences.

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