La comodità delle interviste via Internet
Dopo aver letto la versione italiana di “The Perfect Thing” sono finito sul blog di Steven Levy. Navigando a ritroso ho notato con piacere un intervento in cui si affrontano le differenze tra un’intervista “vecchio stile” e quella condotta per Instant Messaging (se va bene) oppure con l’ormai standardizzato metodo di inviare per e-mail una lista di domande.
La questione non è nuova e il nocciolo avevo provato ad esporlo in “Interviste o questionari?” che sintetizzava un piccolo sfogo apparso su BoingBoing ben cinque anni fa.
Levy, da bravo articolista (ed intervistatore) quale è, approfondisce altri aspetti accessori ed essenziali tra cui evidenzierei
- la fiducia che si deve necessariamente instaurare tra intervistatore ed intervistato
- l’apertura mentale necessaria sia che si stia parlando de visu o che si conduca un più ingessato botta e risposta in differita
- un occhio alla sintetiticità
Rispetto alla pagina o due della rivista stampata il maggior ‘respiro’ di una registrazione diffusa nella sua interezza* non necessariamente è a servizio dell’obiettivo. E del lettore.
* come file audio o trascrizione su un blog