Piccola storia della musica digitale

Pubblicato il: 26/09/2006 — Tematiche: collaborazioni,informatica,personaggi,recensioni,segnalazioni

napster is deadTroppo spesso su riviste, siti e blog si parla di servizi e nomi quali Napster, di formati come l’Mp3, AAC e WMA o di DRM e tecnologie di protezione e gestione dei diritti senza che venga fornita una prospettiva storica adeguata entro cui inquadrarli e contestualizzarli.
Con l’uscita della quarta parte di “Musica digitale per tutti, o quasi” su MusicBlob.it si conclude il mio tentativo di fornire un quadro di alcuni eventi che hanno lasciato il segno e trend ricorrenti nel settore della musica su Internet.

Per chi non avesse seguito la pubblicazione, le varie parti, elaborate in luglio e agosto e poi finalmente durante tutto il mese di settembre, sono state:

1) “Tutti online”
Musica digitale, mercato, formati e tecnologie di protezione. Ecco un quadro con i protagonisti principali, le loro posizioni e le armi nel contendersi i favori del pubblico.

2) “Gli schieramenti”
Continua il quadro su musica digitale e tecnologie di protezione: vediamo i formati e le scelte di campo dei principali attori sul mercato.

3) “Le protezioni”
Dopo i formati e le aziende che li usano esploriamo le pratiche in atto per la “protezione” degli interessi delle etichette. A tutti i costi.

4) “Addio al CD?”
Dai file ai CD: la strada per applicare i paletti del DRM anche ai supporti (digitali) Compact Disc è purtroppo breve.

Aggiungo anche un paio di note sulla genesi dei pezzi.
Gli articoli sono riconducibili alla lontana ad un pezzo scritto lo scorso anno per Total Computer e ne condividono lo sforzo di volgarizzare e schematizzare gli eventi ma in realtà quanto scritto è una sorta di memoria storica frutto delle esperienze fatte con Nicola “Dj Batman” Battista, che mi ha assistito controllando i fatti e fornendo preziosi dettagli durante la stesura.
Nella seconda metà degli anni ’90 il mio omonimo si è lanciato un’impresa di distribuzione di musica online, un’iniziativa coraggiosamente e cocciutamente pionieristica (sopratutto se si considera che parte dall’Italia) in cui sono stato coinvolto a più riprese sia come socio che come artista distribuito (ma questa è un’altra storia).
Questi quattro articoli e gli altri che appaiono su MusicBlob sono quindi anche un modo per lasciare traccia dell’avvicendamento rapido di nomi, proposte, formati e idee che si sono affastellati negli ultimi anni e a cui abbiamo assistito sia dall’esterno che dall’interno, in balia del panorama ancora incerto e in fieri della musica digitale.

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