Le concordanza sbagliato e gli errori del word processing

Pubblicato il: 27/08/2008 — Tematiche: appunti,comunicazione,idee,non si dice opensurz

Rileggendo alcuni miei articoli pubblicati mi accorgo di incappare più di quanto vorrei in una tipologia di errori che non rientra in quelli affrontati dalla mia lunga formazione scolastica. Sono errori direttamente collegati all’introduzione del computer come strumento esclusivo per l’elaborazione dei testi. Alcuni derivano dall’uso ed abuso del taglia-e-incolla ma in generale il problema è che lo spostare o ricombinare parole e parti del testo può lasciare disseminate brutte sorprese per autore e lettore.

L’introduzione dell’editing elettronico di testi ha aperto nuove strade non solo alla facilità di elaborazione e rileaborazione dei pensieri ma anche alla produzione di nuove mostruosità tragicomiche che non sono meri errori di battitura nè tantomeno quelli più gravi (ma rettificabili all’origine) di ignoranza di ortografia, grammatica e sintassi.

Uno strafalcione come

Si tratta dei “miti” raccolti e confermate o smentite su una pagina di multicians.

che compare su un Hacker Journal recente, verso la fine di un mio pezzo su Multics, è un esempio lampante del fatto che c’è stata una modifica del sostantivo ma è mancato un adeguamento dei termini seguenti. La concordanza al femminile mi fa pensare che molto probabilmente in origine avevo usato “leggende”, poi rettificato in “miti”. In altre situazioni mi sono trovato a eliminare ripetizioni di un termine a colpi di trova (e sostituisci manuale) con il risultato di errori simili: qualcosa prima o dopo stonava perché scritto con e per del testo che non c’era più.

Perché succede?
È facile dare la colpa al mezzo. I motivi per cui questi “nuovi errori” rimangono nel testo sono i soliti: disattenzione e fretta dell’autore sono i principali, spesso causati dalla corsa alla quantità più che alla qualità. Ha la sua brava parte di responsabilità però anche il fatto che in gran parte degli amblti professionali latitino i filtri editoriali (o proofredaer che siano) che intercettino gli strafalcioni prima della pubblicazione.

Quali le soluzioni?
Ad essere realisti sono poche, se non una presa di coscienza di chi scrive (tanto) e rielabora (tanto) di controllare (lui) e far ricontrollare (ad altri) il testo, sottoponendolo ad un partner, amico o parente, nella speranza che l’improvvisato correttore di bozze colga “le concordanza sbagliato”.

Ecco i commenti

  1. Post interessante..
    Anche se credo che una semplice ma attenta rilettura del testo scritto (un po’ come si faceva con i temi a scuola, prima di consegnare) basterebbe per correggere in gran parte quel tipo di errori.
    Più difficile invece correggere errori di battitura (come quelli nel testo di questo post). Ma per quelli ormai basta un correttore automatico che te li segnala.
    Condivido comunque che purtroppo sia la “corsa alla quantità più che alla qualità” a non lasciare il tempo per le correzioni.

    Commento di paolo — 29 August 2008 alle 6:56 pm
  2. In teoria sì: nella pratica ho paura che l’autore possa essere “cieco” anche a questi “nuovi” errori. E il correttore automatico serve giusto per le rare parole scritte male (tastiere pessime, fretta, ecc.) e incespica su url, tag e indicazioni/note editoriali presenti nel testo. :/

    nda

    Commento di nda — 29 August 2008 alle 11:52 pm

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