Rettifiche online

Pubblicato il: 16/06/2009 — Tematiche: appunti,idee,networking culturale

No, non mi riferisco alla proposta di legge che applica goffamente un modello della stampa cartacea all’editoria online, ma a situazioni più spicciole. Una su tutte quando si nota o viene fatto notare un errore o imprecisione in un proprio testo pubblicato sul web.

Cosa fare?
Lasciare com’è, errore incluso?
Correggere silenziosamente?
Incassare il colpo pubblicamente?

situazionismoFacciamo un esempio concreto.
Ieri, su Mytech.it, ho pubblicato un articolo sul (probabile) hardware dell’iPhone 3GS.
Nei commenti mi si fa notare che la data di uscita del telefono è il 19 giugno, non il 17 come ho scritto io.

Ho scelto di correggere usando il tag strikethrough e cioé barrando l’imprecisione e scrivendo subito dopo il dato corretto. E ovviamente di rispondere al commento ringraziando per la segnalazione dell’errore.

Qualcuno potrebbe obiettare che su una testata giornalistica (di Mondadori, poi!) forse non era il caso e che così facendo si perde autorevolezza e ci si abbassa alla stregua di un blog qualsiasi.

Può darsi, come può darsi il contrario.
Da quando ho iniziati a scrivere professionalmente ho sempre firmato tutti i miei articoli e traduzioni senza usare pseudonimi e ho sempre pensato che che la credibilità dell’autore (e della testata) possa salire mettendosi in gi^^discussione. In primis non nascondendo gli errori e dandone atto, rettificando online e -quando è il caso ringraziando chi segue e fa critiche costruttive. O no?

Il valore aggiunto delle ripubblicazioni

Pubblicato il: 27/04/2009 — Tematiche: appunti,collaborazioni,informazioni,networking culturale,segnalazioni

In calce agli articoli “ripubblicati” online su NicolaDagostino.net (in quanto apparsi in passato solo su carta) trovate la dicitura

Una versione di questo articolo è stata pubblicata su Testata numero nnn del data

Quel “una versione” può sembrare un’avvertenza, quasi un disclaimer se volete, ma è in realtà un dato di fatto: quelle online non sono riproposizioni identiche degli articoli apparsi su rivista stampata (e non) per vari motivi, che vanno dall’ovvio al meno ovvio.

Nel traghettare il testo in HTML per il web effettuo operazioni quali:

  1. trasformazione degli url in link ipertestuali (e ci mancherebbe…)
  2. scrematura e ritaglio delle immagini (per il diverso layout del mio sito web)
  3. correzioni e rettifiche (qualche refuso, ripetizioni, introduzioni più incisive, ecc.)
  4. inserimento di materiale multimediale o codice (che in altri formati non aveva senso)
  5. scelta di testi in versioni alternative a quelle pubblicate

versione lungaL’ultima casistica è meno rara di quanto si possa pensare. Un buon esempio è “Mac hacking: rimuovere le password su un Macintosh” ripubblicato in questi giorni.

La versione uscita in origine sulle pagine di Hacker Journal e quella ora online non differiscono solo per la presenza di link o per la diversa selezione iconografiche o per le correzioni, che ci sono comunque tutte, ma per un migliaio di caratteri in più che vengono da una versione “lunga” originariamente stilata.

Poi che la versione lunga sia effettivamente migliore o meno di quella breve, che magari era più chiara perché più concisa o perché redatta e rielaborata, è un altro discorso e sono pim che disponibile a discuterne.

Io e Twitter

Pubblicato il: 07/04/2009 — Tematiche: appunti,comunicazione,networking culturale,Web 2.0

Stimolato da Riccardo Mori ho radunato pensieri e dati sul mio rapporto con Twitter in poco più di due anni.

pigolii in reteNell’ottobre scorso ho liquid^^ scritto di Twitter come di un luogo per “idee, appunti, dialoghi, battute, sondaggi e quant’altro”. Confermo, ma sopo una ricerca tra i vecchi post aggiungerei anche: tanti esperimenti.

Volendo fare una rapida cronistoria noto che solamente una settimana dopo aver creato l’account su Twitter ne notavo le caratteristiche formali. Nove mesi dopo ci facevo le prime microrecensioni.

Qualche mese dopo, nel gennaio 2008, precisavo definendolo come un potenziale generatore di microcontenuti, cosa che ho cercato di dire poi anche al Microcamp (come risposta a chi invece si interrogava sull’uso “giusto” del servizio). Nonostante abbia verificato quasi subito questo potenziale per sfruttarlo appieno c’è voluto lo scorso febbraio, quando Twitter è finalmente divenuto parte dello sferragliante meccanismo di pubblicazione distribuita (per gli amici lifestreaming selezionato o contenstreaming) di nezmar.com.

E vissero felici e microcontenti. ;-)

Perché andare ad un barcamp

Pubblicato il: 29/03/2009 — Tematiche: eventi,networking culturale,offline

Alcuni buoni motivi per cui andare (almeno una volta) ad un barcamp:
 

    foto di Barbara Ripepi della mia presentazione
  • perché è comunque istruttivo, anche se non vi è piaciuto nemmeno un intervento, anzi soprattutto se gli interventi non vi sono piaciuti
  • per conoscere o rivedere nomi e nickname con cui c’è stima e curiosità reciproca (e i soliti capannelli di blogghestar oh, beh…)
  • per le discussioni estemporanee sul fumetto supereroistico, sui mod tracker o sul couscous con persone che probabilmente non riincontrerete mai più
  • per fare presentazioni diverse da quelle degli altri e fare un po’ la figura degli alieni ma togliersi un paio di soddisfazioni
  • per onorare gli sforzi degli organizzatori (grazie Fran, grazie Tommaso e David, ecc.)

Parmaworkcamp – la discussione dopo “Web 2.0 disastri”

Pubblicato il: 24/03/2009 — Tematiche: eventi,informatica,informazioni,networking culturale,non si dice opensurz

Ringrazio Davide Tarasconi che ha ripreso e messo su YouTube un video con parte della discussione a seguito del mio intervento al Workcamp a Parma.
 


 

Sì, sono sicuramente un caso limite nelle mie esperienze sfortunate ma al tempo stesso è innegabile che ci siano tanti dati che nascono, hanno ragione di essere o quantomeno si “arricchiscono” online. L’affidabilità di strumenti e servizi (Web 2.0 o meno) è importante perché non è facile o semplice farne un “backup, backup, backup!”.

Come nasce, prende forma e viene pubblicato un articolo ai tempi di Internet

Pubblicato il: 18/03/2009 — Tematiche: appunti,collaborazioni,comunicazione,musica,networking culturale,segnalazioni

Mytech - "YouTube: Kutiman e la Babylon Band"Segnalo a chi si interessa di musica, Internet e comunicazione l’articolo “Kutiman e la Babylon Band”, uscito in oggi su MyTech.it e uso questo spazio per descrivere l’iter con cui è stato ideato, è stato redatto ed infine pubblicato su Internet.

Scritto a quattro mani con Nicola Battista, è nato in seguito ad una mia segnalazione entusiasta su MusicBlob con tanto di incastonamento di video da YouTube.

In una telefonata il giorno dopo abbiamo parlato dell’operazione di Kutiman e del perché è epocale: dopo che anche il socio si è convinto con due e-mail abbiamo concordato la collaborazione.

Bozza articolo "Kutiman e la Babylon Band"Durante il viaggio dall’Abruzzo alla Romagna ho fatto una bozza sull’iPhone con Notes e arrivato a casa l’ho spedita a Nicola B. che la mattina seguente mi ha rimandato una testo semidefinitivo.

Ho limato e integrato il testo dal portatile aggiungendo link e citazioni che avevo archiviato via bookmarklet su Tumblr (da altri computer) ripassando a lui il tutto.

Infine abbiamo coordinato gli ultimi dettagli (espansione del background, qualche altro link…) e poi la pubblicazione sul CMS di Mondadori via Instant Messaging.

Non male come iter, no? ;-)

E’ anche colpa nostra, vero?

Pubblicato il: 04/01/2009 — Tematiche: appunti,networking culturale

Parafraso l’originale di Luiginter che spero non me ne vorrà.
Il suo testo mi pareva si prestasse ad una riflessione su altri “piccoli”. Quelli online.

[…] Insomma, forse noi lettori potremmo/dovremmo essere più consapevoli dell’importanza del seguire i piccoli progetti web indipendenti.
Oltre che darci un miglior rapporto con chi produce contenuti, frequentare regolarmente i piccoli siti web aiuterebbe l’ecologia culturale dell’informazione online, mantenendo accese quelle piccole luci, evitando che vengano sostituite da network e portali; e d’altra parte anche la “lettura” in generale e il mercato editoriale online non starebbero meglio se la diffusione dei contenuti non fosse monopolizzata dai soliti marchi, testate e network?
Me lo dico ogni volta che vedo un piccolo sito o progetto di qualità o che sento dire che qualcuno di loro ha chiuso. Ma poi mi trovo troppo spesso nei portali e network. Ecco, come proposito per l’anno nuovo voglio informarmi e acculturarmi solo presso i piccoli siti, voglio dialogare con i curatori. E vorrei anche riuscire a segnalare e magari documentare un po’ di queste piccole iniziative di qualità…

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